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30/03/2025
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BOSTON MARRIAGE
di David Mamet
traduzione Masolino D’Amico
regia Giorgio Sangati
con Maria Paiato, Valentina Cardinali, Ludovica D’Auria
scene Alberto Nonnato
luci Cesare Agoni
costumi Gianluca Sbicca
musiche Giovanni Frison
assistente alla regia Michele Tonicello

produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo Palermo 

in accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di A3 Artists Agency

 

 

Giorgio Sangati porta in scena Boston Marriage del drammaturgo statunitense David Mamet, rappresentata per la prima volta all’American Repertory Theatre di Cambridge nel 1999. Il titolo prende il nome dall’espressione “matrimonio bostoniano”, eufemismo utilizzato tra XIX e XX secolo per riferirsi a una relazione tra due donne ‒ spesso con risvolti sentimentali ‒ che non necessitavano del sostegno economico di un uomo.

Note di regia – Giorgio Sangati

Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione «Boston Marriage», infatti, era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Dopo la separazione, Anna, la padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, in un crescendo ritmico esilarante, quasi da farsa.
È un Mamet diverso dal solito, che si prende una vacanza dalla gravità e gioca per il gusto di giocare, strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Protagonista assoluto, infatti, insieme alle interpreti, è il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso. Mamet si diverte a parodiare la prosa ampollosa dell’epoca, ma dietro l’apparente assurdità della superficie si nasconde l’intento ambizioso di rovesciare la realtà attraverso uno scherzo che mira a creare anche un po’ di raffinatissimo scandalo. Qui sta il senso anche “politico” di un testo che divertiva e stupiva insieme il pubblico americano del 1999 così come oggi può sorprendere quello italiano. Il continuo gioco di facciate diventa la chiave di questa messa in scena che cerca di amplificare la funzione di prestidigitazione dell’opera, che nasconde da un lato per rivelare dall’altro: un set di un film o di una serie dove la finzione sembra essere l’unico modo per dire la verità. È una prova per grandissime attrici come Maria Paiato e Mariangela Granelli, vere e proprie funambole della parola e dell’emozione che giocheranno insieme a Ludovica d’Auria questa bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore.

David Mamet

David Alan Mamet (Chicago, 30 novembre 1947) è un drammaturgo, sceneggiatore, produttore cinematografico, regista e saggista statunitense. È stato candidato due volte agli Oscar: nel 1983 per la sceneggiatura de Il verdetto, e nel 1998 per la sceneggiatura di Sesso & potere. Nel 1984 ha vinto il Premio Pulitzer, per l’opera teatrale Glengarry Glen Ross, adattato dallo stesso Mamet per il film Americani, diretto da James Foley.
Mamet è figlio di genitori ebrei originari della Russia. Suo padre era avvocato, specializzato in diritto del lavoro, e sua madre era un’insegnante. Studiò al Goddard College, nel Vermont. Iniziò la sua carriera come autore teatrale. È uno dei fondatori dell’Atlantic Theater Company. Nel 1976 si fece conoscere grazie a un trio di opere: The Duck Variations, Sexual Perversity in Chicago e American Buffalo edito in Italia dalla casa editrice Sillabe.
Nel 1981 fece il suo debutto nel mondo del cinema, scrivendo la sceneggiatura de Il postino suona sempre due volte, diretto da Bob Rafelson. L’anno successivo ricevette la sua prima candidatura all’Oscar, per la sceneggiatura de Il verdetto, quindi nel 1986 traspose la sua opera teatrale Sexual Perversity in Chicago in un film, A proposito della notte scorsa…, diretto da Edward Zwick. Nel 1987 Mamet scrisse la sceneggiatura di The Untouchables – Gli intoccabili, grande successo diretto da Brian De Palma.
Sempre nel 1987, Mamet debuttò nella regia cinematografica dirigendo il dramma La casa dei giochi, seguito dalla commedia Le cose cambiano, il duro thriller Homicide e altri 12 film. Mamet è inoltre insegnante alla Goddard College, allo Yale Drama School, alla New York University e alla Columbia University.

Avvisiamo il gentile pubblico che l’attrice Mariangela Granelli nei giorni scorsi si è infortunata. Il ruolo di Claire, pertanto, sarà interpretato da Valentina Cardinali che potrebbe avvalersi dell’uso del copione.

"una bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore"

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