Il giovane regista Pino Carbone affronta, Il re muore di Eugène Ionesco, commedia sul fallimento del genere umano che irrimediabilmente decade, fino a sparire dopo una lunga agonia. É soprattutto una critica sottile, drammatica e assieme ironica, dell’umanità, impersonata dal re Berenger. L’uomo che riesce oramai a mettersi in relazione solo attraverso il conflitto: con se stesso, con i suoi valori, contro i suoi simili, contro l’ambiente, il territorio, la propria cultura, la propria lingua, contro il presente, pregiudicando irrimediabilmente il futuro, ma nonostante tutto restando fortemente attaccato alla vita. Tutto questo è sicuramente più visibile in una città come Napoli, dove oramai proprio il concetto di fallimento sembra essere accettato e tollerato, senza però rinunciare a “sbraitare” quotidianamente e con forza, proprio come fa il personaggio del re fino all’ultimo istante.