il regista Alfio Scuderi nelle sue note spiega: la scrittura di Manlio Santanelli mi ha subito colpito per il suo stile diretto e poetico al tempo stesso, e per la grande ironia che pervade tutti i suoi testi. Manlio Santanelli è un autore moderno, dinamico, vivace; un autore che, pur attingendo alla grande tradizione teatrale della sua città, guarda alla drammaturgia contemporanea europea.
Uscita di emergenza è una di quelle commedie perfette, nella struttura, nel ritmo, nella comicità, e anche nella sua densità. Penso che valga la pena tornare a metterla in scena oggi come uno di quei classici che è sempre bello ritrovare in un nuovo allestimento, con una nuova lettura e nuovi attori. Vedo nel testo anche una forte attualità, non solo per la cronaca legata a quel terremoto che condiziona, oggi come ieri, i due protagonisti nella loro condizione di instabilità e isolamento, ma anche per quella precarietà che sta alla base della storia: precarietà che oggi avvolge il nostro mondo devastato da guerre e disagi, da squilibri e disumanità, un mondo che si muove tra terremoti di ogni genere. E proprio nel modo in cui quell’incertezza e quella precarietà esistenziale vengono esorcizzate con l’ironia dall’autore sta la natura più profonda, più attuale e interessante del testo. Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a proporre e a mettere in scena oggi un testo che Manlio Santanelli ha scritto nel 1978 e che ha visto una prima edizione proprio al San Ferdinando nel 1980. Per questo viaggio nella scrittura di Santanelli ho subito pensato a due complici, due speciali compagni di viaggio, che sono sicuro potranno dare il loro meglio con le parole dell’autore: Nando Paone e Vincenzo Ferrera. Sono due attori che si muovono con grande disinvoltura tra commedia e dramma, tra comicità e poesia, due attori con cui sarà bello ritrovarsi a “giocare”, a scommettere, a esplorare. A partire da questa scelta mi piace che “Pacebbene” possa mantenere la sua forte identità napoletana immaginata nella scrittura dall’autore, mentre “Cirillo” possa ripensarsi siciliano, in quel gemellaggio poetico tra queste due culture così vicine, che tanta passione ha sempre generato.












