Le infinite anime della celebre maschera, in questa commedia di Filippo Cammarano, ridotta in atto unico da Renato Carpentieri, vengono condensate in tre. Sono tre, infatti, i “gemelli-pulcinella”, ognuno ignaro dell’esistenza dell’altro: il primo è il pulcinella tradizionale, ingenuo, popolare e alle prese con la gelosia per la moglie; il secondo, pur di mantenere la sua libertà, si rifiuta di lavorare e diviene un malvivente “di professione”; il terzo è un pezzente arricchito, rozzo e prepotente.
Il risultato è un abile gioco degli equivoci attuato con lo strumento del linguaggio, dei gesti, del movimento scenico, dei costumi fantasiosi, un gioco di cui un divertente e divertito Pulcinella bambino è al contempo vittima e artefice.
La messa in scena rappresenta, dunque, il frutto di una profonda esigenza avvertita da chi scrive di divertirsi con la maschera e di creare divertimento nel tentativo di recuperare una dimensione ingenuamente e puramente giocosa della rappresentazione teatrale. (Pino L’Abbate)