Enrico Maria Lamanna firma la regia di Cammuriata e nelle sue note ricorda il suo incontro con questo testo e il suo autore: «Era il 1991 quando conobbi “Peppino” Patroni Griffi, Aldo Terlizzi e ovviamente Leopoldo Mastelloni che oltre a essere amico fu anche il mio maestro introducendomi al mondo di Peppino e al suo. E dopo poco diressi Leopoldo in Le rose rosse no di Peppino con brani originali di Leopoldo. Vi erano anche stralci di Cammurriata che Leopoldo aveva interpretato anni prima sotto la guida dello stesso Peppino. Avevo 28 anni. Mi colpì il linguaggio, quella lingua napoletana usata come mezzo di fuga, verità e forza vitale. Viscere di una terra che si evolve su se stessa. Occhi misericordiosi rabbiosi che vedono questa città cambiarsi imbastardirsi. Era il 1984 e già Peppino era avanti, già sapeva… e una sera a cena mi disse “Napoli ha gli occhi pieni di lacrime e perciò ‘sta puttana non vede più”. E poi ci raccontò una storia che aveva in mente O quatt e maggio. Mi dettò appunti e Leopoldo mi disse di conservarli gelosamente… Ancora oggi li conservo gelosamente… ma questa è un’altra storia. Ora mi ritrovo a dirigere proprio Cammurriata… con un’attrice, Lara Sansone… lei diverrà Napoli… perderà la sua sessualità… diverrà una fata, un furetto, un travestito, una madre e sempre in una solitudine e un abbandono in un vuoto d’amore. A Peppino e alle sue serate piene di tanto…»
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