“Padrone e sotto” nasce dal riadattamento ad opera di Gennaro Vitiello (attore e regista, cofondatore del Teatro Esse) del testo di B. Brecht “Il signor Puntila e il suo servo Matti”.
Per la messa in scena di questo testo si è scelta una soluzione minimalista, soprattutto per quanto riguarda la scenografia ed il disegno luci. Un tavolino da bar, qualche sedia, un lampione ed una panchina; ricreando in tal modo la classica piazza di un piccolo borgo dell’Italia del primo dopoguerra. Il desiderio è stato da subito quello di ricercare piccoli dettagli che potessero, silenziosamente, suggerire al pubblico suggestioni di grandi sentimenti universali e pensieri o vissuti personali. Per questo motivo si è deciso di optare per una scena fissa e che fossero i cambi di luci a dividere i due ambienti principali in cui si concentrano le parti più salienti dello svolgimento e della narrazione.
I personaggi strizzano l’occhio a quelli caratteristici che hanno reso celebri le farse di Raffaele Viviani, sebbene spesso se ne distacchino completamente, ricercando e trovando momenti di profonda introspezione. Sicuramente il più esasperato fra tutti questi personaggi è proprio il Signor Puntila, che incarna il padrone a cui tutto è concesso ma che, in realtà, non è libero. I suoi padroni sono una società che corre troppo veloce e l’alcol. Quest’ultimo diviene l’unico strumento che lo aiuta a fuggire dalla lucidità e dalla razionalità quotidiane che tanto lo spaventano.
È un continuo comunicare i disagi di una società che si sente spaesata, confusa, sola. Anche per questo, i vestiti di scena sono stati realizzati in stile bohémien, proprio per sottolineare in questi personaggi uno stato di “non appartenenza” e di non comprensione da parte della società.
Per enfatizzare il sovvertimento sociale ed il disordine. Ed il conseguente scambio di ruoli e di classi sociali.