Il progetto firmato da Mario Gelardi che andrà in scena alla Basilica di Santa Maria della Sanità racconta della peste, del Rione Sanità ma in generale racconta un’intera città, un intero paese. Un paese completamente addormentato e rassegnato al male ingiustificato, che subisce e forse pensa che tutto arrivi dall’alto, che si adatta e trasforma tutto in normalità. Un paese in cui la peste non è andata via perché le persone che lo abitano non hanno voluto prendere coscienza della sua esistenza, non hanno iniziato ad essere solidali gli uni con gli altri. Chi ammette davvero il male fino a soffrirlo profondamente, va via.
Come essere vittime di se stessi, della propria non-azione. Non riconoscere quello che accade, non avviare il processo di guarigione e ritrovarsi automaticamente partecipi dell’estensione della malattia, trasformandosi a sua volta in topi.






